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21 feb 2012

Zone Umide e affini

IBA, SIC , ZCS, ZPS: che giungla di sigle nel definire i territori da salvaguardare! Officina Fotografica e l'associazione partner Ambiente Basso Molise hanno particolarmente a cuore la salvaguardia dell'ambiente e a tal fine utilizzano anche la rappresentazione fotografica per la sua giusta valorizzazione. “Natura 2000” è una rete ecologica del territorio dell'Unione Europea che garantisce il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. La rete è composta dalle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; qui la protezione della natura terrà anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali". Così soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico.
La direttiva stabilisce che ogni stato membro della Comunità Europea rediga un elenco di siti (i cosiddetti pSIC, proposte di Siti di Importanza Comunitaria) nei quali si trovano habitat naturali e specie animali e vegetali. Sulla base di questi elenchi viene redatto il registro di Siti d'Interesse Comunitario (SIC). Entro 6 anni dalla dichiarazione di SIC l'area deve essere dichiarata dallo stato membro zona speciale di conservazione (ZCS). Questo per chiarire il significato di queste tre sigle, SIC , ZCS e ZPS.
In Italia la redazione degli elenchi SIC e ZPS è stata effettuata a cura delle regioni e delle provincie avvalendosi della consulenza di esperti e di associazioni scientifiche del settore. In Italia, i SIC e le ZPS coprono complessivamente il 21% circa del territorio nazionale.
In MOLISE, come del resto nelle altre Regioni d'Italia in un primo censimento delle specie e degli habitat finalizzato all'individuazione dei SIC , realizzato dall'Università degli Studi del Molise sono stati proposti per il territorio regionale 2 ZPS, incluse in altrettanti pSIC, e 88 pSIC . La Corte di Giustizia delle Comunità europee,però condannò lo Stato Italiano per insufficiente classificazione di ZPS, e così la Giunta Regionale, individuò altre 24 ZPS , tutte coincidenti con altrettanti SIC. Successivamente (1998), la Commissione europea ha evidenziato che le ZPS classificate non coprivano interamente il territorio delle Important Bird Areas (IBA) individuate dalla LIPU e riconosciute come riferimento scientifico per l'individuazione delle ZPS. Inoltre, dall'incontro tecnico, tenutosi tra il Ministero dell'Ambiente, la Commissione Europea e la LIPU, è scaturito che per la Regione Molise la classificazione delle ZPS risultava insufficiente e discontinua per quanto attiene la copertura di superficie dell'IBA 125 "Fiume Biferno". Quindi, la Giunta Regionale, rivide la perimetrazione delle ZPS, individuando, nell'IBA 125 "Fiume Biferno", un'unica ZPS, di circa 28.700 ettari, che include 14 SIC .
La situazione definitiva, allo stato attuale, risulta essere di 14 ZPS e 85 pSIC , per una superficie complessiva pari ad Ha 98.000 di pSIC (22 % del territorio regionale) e pari ad Ha 66.000 di ZPS (15% del territorio regionale). Il territorio designato come ZPS, per una superficie di circa Ha 43.500, si sovrappone a quello dei pSIC, facendo salire la superficie di territorio occupata dai siti Natura 2000 a circa 120.500 ettari, pari al 27,4% del territorio. L’elenco di tutti i siti è disponibile all’indirizzo : http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/657
Foce Biferno e litorale di Campomarino, dove sono state scattate queste foto, costituiscono un sito SIC del Molise.

2 commenti:

  1. Articolo molto interessante, corredato oltretutto di belle immagini (me gusta la prima).
    Mi chiedevo però quali siano i vincoli ambientali a cui è soggetto un SIC.

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  2. La ringrazio della domanda e dell'apprezzamento.
    Purtroppo le direttive delineano in modo piuttosto generico i vincoli a cui sono sottopste queste aree. L'obbligo degli enti locali è di adottare "le opportune misure per evitare: il degrado degli habitat delle specie per le quali le zone sono state designate e il disturbo delle specie per i quali le zone sono state designate ove questa possa avere effetti negativi sulla loro conservazione."
    Nel perseguire questo obiettivo viene lasciata grande libertà nella scelta degli strumenti più adeguati alle realtà locali. Non esistono quindi, a priori, obblighi o divieti specifici purchè si raggiungano gli obbiettivi di conservazione.
    Un aspetto chiave nella conservazione dei siti è la Valutazione di Incidenza a cui sono sottoposti tutti i progetti che vengono a ricadere in quelle aree.

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