Le note che seguono possono essere utili ai nostri lettori per ribadire alcune conferme e per sfatare alcuni luoghi comuni.
E' stata collocata sul tavolo una mira per la messa a fuoco di questo tipo:
Poi abbiamo collocato macchina e ottica su cavalletto (Manfrotto 055xprob con testa idrostatica). Il tutto messo messa in bolla e posto perfettamente (o quasi) frontale alla mira. Per evidenziare eventuali problemi del corpo macchina si è utilizzato come controllo un secondo corpo macchina identico.
Sono state scattate due foto per macchina: una in luce ambiente ed una con flash.
E' stato utilizzato l'autoscatto per eliminare al massimo eventuali vibrazioni indotte dalla pressione del dito sul pulsante si scatto.
I risultati riportati dalle due reflex sono praticamente identici, e questo già ci ha fatto escludere eventuali difetti del corpo macchina. Per questo motivo pubblichiamo solo le foto fatte con un corpo macchina.
I risultati sono questi:
Gli exif riportano l'utilizzo della massim apertura di diaframma ed un tempo di 1/20sec.
Il fotogramma pieno conferma la bontà della messa a fuoco. Lo "zero" è perfettamente a fuoco rispetto agli estremi della scala. Non siamo in presenza nè di back nè di "front" focus, ovvero di quei difetti che si presentano in alcuni particolari accoppiamenti reflex-ottica e che generano una messa a fuoco spostata più avanti o più indietro rispetto al punto su cui è stata effettuata la messa a fuoco. Quindi l'attrezzatura di Antonio, da quensto punto di vista, è perfetta, ma..... già ad una prima vista sul monitor l'immagine non presentava quella nitidezza (risoluzione) che ci si aspettava. Un crop confermava la prima impressione:
Un' ottica come quella testata, se utilizzata a dovere, non deve assolutamente dare questi risultati caratterizzati da un impasto generale e da una evidente mancanza di dettaglio, ovvero proprio il problema che affligge le foto di Antonio. Prima di cedere all'istinto di buttare nella monnezza il costoso 300mm abbiamo operato il secondo scatto. Identiche condizioni di ripresa. Non abbiamo utilizzato la luce ambiente ma abbiamo però utilizzato il flash frontale.
Il risultato è questo:
Il tempo di scatto è passato da 1/20s al canonico tempo di sincronizzazione di 1/60. Viene confermata la correttezza della messa a fuoco. Ma andiamo a vedere il crop:
Una risoluzione decisamente all'altezza delle aspettative. Nella zona di messa a fuoco si contano agevolmente tutte le linee di graduazione, cha appiono nette e distinte.
CONCLUSIONE:
- Antonio ha deciso di non buttare l'obiettivo.
- Il problema reale non è la messa a fuoco bensì il mosso.
ma, soprattutto...
- con i lunghi tele il cavalletto non garantisce affatto fotografie ferme, se non si utilizza contestualmente un tempo di scatto che dia un minimo di sicurezza. Nel nostro test il tempo di 1/60 regge bene, mentre basta scendere di due stop utilizzando 1/20s per avere un'immagine inutilizzabile.
E questo vale anche per treppiedi solidi e corredati di teste altrettanto affidabili, poichè con gli alti fattori di ingrandimento derivanti dall'uso dei lunghi tele le vibrazioni, anche quelle causate dal movimento dello specchio, si ripercuotono in modo deleterio sulla "fermezza" dell'immagine.
Che fare allora? L'unica è utilizzare tempi rapidi (su un cavalletto a prova di bomba non scendere sotto 1/125. A mano libera seguire la buona regola degli antichi che indica come tempo di sicurezza quello pari al doppio della lunghezza focale dell'ottica utilizzata. Pertanto con un 300mm dovremmo utilizzare almeno 1/600... ma.... se utilizziamo lo stesso obiettivo su reflex che adottano sensori NON full frame, occorerrà aumentare questo tempo proporzionalmente al fattore di moltiplicazione del sensore stesso. In altri termini, quando Antonio usa il 300mm sulla d300 è come se utilizzasse un 450mm (il sensore della d300 ha un fattore di moltiplicazione pari a 1,5x), e quindi, se vuole immagini ferme non dovrà scendere sotto 1/1000s. Tutto questo vale ovviamente prima dei pasti. Dopo i pasti e le conseguenti libagioni, ovviamente dovrà utilizzare almeno 1/2500.... se pure basta.... :-)))
A prescindere da queste piccole "pillole" bisogna dire che in realtà l'argomento "mosso" è molto più complesso di quanto sembri a prima vista. E riveste un'importanza cruciale per tutti i fotografi e in modo particolare per chi utilizza ottica con alto fattore di ingrandimento (lunghi teleobiettivi e ottiche per la macro/micro fotografia). Mi riprometto di approfondirlo appena possibile.
e utilizzate un comando di scatto a cavo ...
RispondiEliminaGrazie gennaro ;-)
EliminaMi consenti di fare una precisazione omessa per dimenticanza.
Il "test" è stato effettuato utilizzando l'autoscatto.
Aggiungerei anche di usare il diaframma più aperto possibile per l'ottica ( come nella prova quì effettuata)e ricordare che la profondità di campo si estende per circa 1/3 prima del piano di messa a fuoco e per circa 2/3 dietro il piano di messa a fuoco.
RispondiEliminaChi desidera autocostruirsi una mira per questo genere di test può richiedermi un pdf, stampato il quale si può costruire l'accrocchio.
Ovviamente la soluzione ideale è acquistare il Datacolor SpyderLensCal, corredato di livella a bolla ed attacco treppiede, per 66 euro.
Auspico nuove pillole di tecniche dal presidentemaster!
Somma goduria ascoltare la paziente indagine tecnica del Maestro Walter...mi ero già appostato nei pressi del cestino. Pare scontato ricordarci che talvolta il mosso ci frega anche quando non usiamo il tele e utilizzando un tempo lunghetto ( sotto gli 80/100)non stiamo attenti all'equilibrio del corpo e alla respirazione.Grazie Walter ! Aprofitto per ringraziare Gennaro del bell'invito....purtroppo non riuscirò a partecipare all'evento proposto.
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