NON E' LA NITIDEZZA DELLE IMMAGINI CIO' CHE NE APPALESA IL VALORE MA L'EMOZIONE CHE SA SUSCITARE E LA VERITA' CHE SA ESPRIMERE. Robert Capa
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Caro compá Gino, mi fa piacere vedere finalmente qualche tua fotina.
RispondiEliminaEntro subito nel merito. Non commento l'episodio che documenti perchè direi, si commenta da sè. Resto nell'ambito fotografico che costituisce la ragion d'essere di questo blog.
La fotografia ha un potere immenso di comunicazione (e di mistificazione ovviamente).
Il reportage, cioè la rappresentazione in immagini di un evento, può far commuovere, stupire, indignare, sorridere, stupire.... e soprattutto informare....ma non è strumento facile da usare.
Se vogliamo che le foto siano parte determinante della nostra comunicazione, e non solo un contorno al racconto scritto, occorre che raccontino a dovere. Non devono essere ripetitive altrimenti perdono forza comunicativa. Devono contenere il concetto particolare ( L'inquadratura ravvicinata, presente (troppo) nelle tue foto) ma anche il contesto generale (l'ambientazione, il campo lungo, la contestualizzazione dell'evento, completamente assenti nella rassegna proposta.
Un' altra accortezza linguistica da osservare si basa sulla scelta delle inquadrature più efficaci per la comunicazione. In questo caso sono tutte riprese dall' alto che schiacciano la prospettiva minimizzando il volume delle pagnotte e quindi il loro peso "etico". Potremmo aggiungere dell' altro ma mi fermo qui rimandando l'approfondimento a qualche riunione serale in compagnia di Jules (maestro di composizione) e di Gennaro (maestro di reportage).
Al di lá di queste considerazioni sul linguaggio fotografico non mi resta che farti i più sinceri complimenti per il tuo prezioso impegno sociale.
Aggiungo... in merito alla citazione di Capa, e della tanto enfaticamente declamata " veritá" ci sarebbe molto da dire, a partire, tanto per essre scontati, dalla "morte del miliziano" (molto probabilmete falsa) alla "bandiera della vittoria" (certamente falsa).
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