Sabato scorso, nell'ambito del "Progetto Montecilfone" abbiamo avuto l'opportunità di riprendere il "rito" dell'uccisone del maile. Uso il termine "rito" perchè questo evento si trasmette da secoli, in forme sostanzialmente immutate, nella cultura contadina italiana e centromeridionale in particolare. E' troppo lungo descrivere di quanta cultura (familiare, conviviale, comunitaria, solidale, alimentare....) sia intriso tale "evemto", ma certo è che per comprenderlo appieno questo "rito" va vissuto con grande rispetto per le motivazioni umane che lo ispirano, e per la storia che lo genera e sostiene.
Come molti eventi della cultura contadina e pastorale, nelle quali vita e morte sono fortemente unite, (e allo stesso tempo evidenti, palesi, accettate, comunque "significanti"), la comprensione dell' "uomo moderno" diventa ardua, faticosa, alle volte fortemente restia ad accettare gesti che privati del loro "senso" appaiono inutili e gratuitamente crudeli. In questo senso non c'è da meraviglairsi (e comunque da accettare con rispetto) l'opinione di chi legge in questi eventi sostanzialmente una inutile e sanguinolenta violenza.
Anche per questi motivi non è situazione facile da fotografare......
A mio avviso l'aspetto "truculento" può rischiare di avere il sopravvento sul "valore" dato dalle relazioni e dalle atmosfere, dagli umori e dai suoni, da ciò che lo precede e da ciò che lo segue. Ma è anche vero che in ogni caso, è una sitruzione in cui carne, sangue, fumo, odori, sapori, voci, rumori, fuoco, gesti, passioni,.... non possono essere esclusi, perchè essi stessi sono parte ineludibile del "rito". C
Insomma, dopo tutta 'sta predica, direi che è stata una giornata molto bella, sotto tutti i punti di vista, arricchita dalla squisita ospitalità dei fattori e dalla loro cortese disponibilità ad averci tra i piedi ad intralciare il loro febrile lavoro. E noi ci vedremo alla prossima riunione per verificare se, Walter, Alessio e Gennaro, saranno stati all'altezza dell'arduo compito.
Come molti eventi della cultura contadina e pastorale, nelle quali vita e morte sono fortemente unite, (e allo stesso tempo evidenti, palesi, accettate, comunque "significanti"), la comprensione dell' "uomo moderno" diventa ardua, faticosa, alle volte fortemente restia ad accettare gesti che privati del loro "senso" appaiono inutili e gratuitamente crudeli. In questo senso non c'è da meraviglairsi (e comunque da accettare con rispetto) l'opinione di chi legge in questi eventi sostanzialmente una inutile e sanguinolenta violenza.
Anche per questi motivi non è situazione facile da fotografare......
A mio avviso l'aspetto "truculento" può rischiare di avere il sopravvento sul "valore" dato dalle relazioni e dalle atmosfere, dagli umori e dai suoni, da ciò che lo precede e da ciò che lo segue. Ma è anche vero che in ogni caso, è una sitruzione in cui carne, sangue, fumo, odori, sapori, voci, rumori, fuoco, gesti, passioni,.... non possono essere esclusi, perchè essi stessi sono parte ineludibile del "rito". C
Insomma, dopo tutta 'sta predica, direi che è stata una giornata molto bella, sotto tutti i punti di vista, arricchita dalla squisita ospitalità dei fattori e dalla loro cortese disponibilità ad averci tra i piedi ad intralciare il loro febrile lavoro. E noi ci vedremo alla prossima riunione per verificare se, Walter, Alessio e Gennaro, saranno stati all'altezza dell'arduo compito.
quale compito?
RispondiEliminaIo ho voluto guardare senza infingimenti ad una tradizione che così com'è forse sarebbe il caso di ripensare
è vero c'è il riunirsi ma occorre usare a pretesto una uccisione e poi così violenta? non so ...
Uccidere un animale per dissanguamento, io non credo sia il meglio, magari puoi fare pure la festa ma dopo aver usato una pistola alla maniera dei bovino e poi, una volta morto dissangui tutto quello che vuoi.
Aggiungo che una volta il dissanguamento aveva senso anche perchè con il sangue ed il sangue non andava disperso, ma ora che è illegale il sanguinaccio, è sciocco farlo così.
Sicuramente il mio è il pensiero di un cittadino e le tradizioni sono importanti ma non riesco a dimenticare l'odore del sangue ...
Io ho preferito fotografare tutto senza infingimenti comprese le risate e l'uso ritualizzato degli strumenti sempre in bella vista ...
capisco....
RispondiEliminaperò consentimi di dire che la "pretesa" di abolire quelli che tu chiami "infingimenti" in fotografia è impresa quantomeno velleitaria. Ci vuol poco a deformare completamente, in fede buona o cattiva, il "senso" dell'avvenimento che si riprende. Ci vuol poco a trasformare una risata in un ghigno, o una smorfia da sforzo in una faccia sadica, un normale gesto di macelleria in un' sabba satanico. E del resto tu che hai usato molto il fisheye puoi certamente spiegare meglio di me questa cosa.
Non metto in dubbio, e ci mancherebbe, l' "onestà" del tuo occhio, ma son convinto che la tua sensibilità sia stata certamente diversa dalla mia, avvezzo come sono (e affezionato) fin da bambino a questo "rito". Figurati che io l'odore del sangue non l'ho nemmeno percepito...
Credo che la proiezione "sociale" sarà foriera di un bel dibattito (come al solito) .... ma la cena a questo punto dovrà essere obbligatoriamente ..... vegetariana...
eh già ....
RispondiEliminadimenticavo di aggiungere che se quelle con il grandangolo sono pericolose, quelli in macro (ho usato il 105) sono da eviare o usare con qualche precauzione (solo per forti di stomaco e di cuore ...)
RispondiEliminaCarissimi,
RispondiEliminaIl maiale, nel simbolismo della cultura contadina oltre che totem archetipo dei piu' classici , era piu' sostanzialmente, riserva e quindi :sicurzza alimentare di tutto un anno di vita collettiva all' interno del nucleo familiare. Il suo sacrificio , cosi' ben rappresentato da Ermanno Olmi in " L' albero dagli zoccoli " era , un rituale , pervaso di laicita' estrema, denso di riferimenti legati e parportati solo alle grandi festivita'. Quindi, avendo visionato le foto, a mio modesto avviso, e parlando solo in termini di pura lettura estetica circa i rapporti con i riferimenti citati, nel primo gruppo di immagini proiettate : manchi l' elemento epico, che, sempre a mio avviso, e' ben presente nelle immagini di Walter. Forse, nella diversa luce che emanano e che, secondo i miei personali parametri di rappresentazione, riportano ad un che' di sacralita' del rituale. Scrivo questo post, poiche', penso, srebbe nteressante istituire negli incontri anche una lettura estetica delle immagini, oltre che, ovviamente, come gia' accade : tecnica. Affinche', sia pure circoscrito al nostro ambito, prenda forma una valutazione complessiva dei lavori esaminti. Contesto che, sono sicuro trovera' in Giulio un validissmo apportore di codici di interpretazione.
Un abbraccio a tutti
Nicola