"Una vita all'istante.
Spettacolo senza prove.
Corpo senza modifiche.
testa senza riflessione.
Non conosco la parte che recito.
So solo che è la mia, non mutabile.
Il soggetto della pièce
va indovinato direttamente in scena.
Mal preparata all'onere di vivere,
reggo a fatica il ritmo imposto dell'azione.
Improvviso, benchè detesti improvvisare.
Inciampo a ogni passo nella mia ignoranza.
il mio modo di fare sa di pronviciale.
I miei istinti hanne del dilettante.
L'agitazione, che mi scusa, tanto più mi umilia.
Sento come crudeli le attenuanti.
Parole e impulsi non revocabili, stelle non calcolate,
il carattere come un cappotto abbottonato in corsa
ecco gli esiti penosi di tale fulmineità.
Poter provare prima, almeno un mercoledì,
e replicare ancora una volta, almeno un giovedì !
Ma qui già sopraggiunge il venerdì
con un copione che non conosco.
Mi chiedo se sia giusto ( con voce rauca, perchè neanche l'ho potuta schiarire tra le quinte).
Illusorio pensare che sia solo un esame superficiale,
fatto in un locale provvisorio. No.
Sto sulla scena e vedo quant'è solida.
Mi colpisce la precisione di ogni attrezzo.
Il girevole è già in funzione da tempo.
Anche le nebulose più lontane sono state accese.
Oh, non ho dubbi che questa sia la prima.
E qualunque cosa io faccia,
si muterà per sempre in ciò che ho fatto."
Wislawa Szymborska
Oibò!
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...
Arrivati a questo punto direi che urge agape sociale per approfondire la criptica ermeneutica...
qua ci vuole una cisterna di grappa ....ermeneuticamente parlando
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